Sotto un solo insolitamente cocente, che faceva intuire quanto fosse arduo il lavoro dei cavatori, il 14 aprile si è svolta la passeggiata storico naturalistica che ha visto tornare in scena gli attori del Teatro Stabile La Contrada di Trieste con il testo della poesia Ai cavatori di Aurisina di Igo Gruden, uno dei maggiori poeti sloveni. La passeggiata è stata introdotta da Sara Famiani di Estplore che ha esposto le principali caratteristiche del bacino Ivere 2, una cava tuttora attiva e in continua trasformazione. Scendendo lungo la strada carrabile il pubblico è stato accolto dai suoni e dai richiami dei tre attori, Enza De Rose, Elena Husu e Valentino Pagliei, che hanno ripreso in sloveno e in italiano il testo della poesia Ai cavatori di Aurisina. Il dialogo delle due versioni ha creato l’effetto di un riverbero enfatizzato dalle pareti della cava, reso ancora più grave dal calore del sole e dai versi dei rondoni che hanno accompagnato l’evento. Hanno destato forte emozione i versi sulle difficili condizioni degli operai, la miseria che accompagnava le loro famiglie, le pressioni di un regime che negava anche la loro identità. Dopo un breve saluto da parte di Jasna Simoneta, presidente del Circolo culturale sloveno Igo Gruden, durante il quale ha descritto il legame del poeta con l’attività marmifera, la passeggiata è proseguita con l’intervento di Marco Manzoni, geologo e responsabile della sicurezza della Cava Romana.