La conferenza La vita sociale delle pietre, tenutasi nella sala del circolo SKD Igo Gruden il 22 febbraio 2025, è stata un’occasione per il folto pubblico in sala per approfondire la conoscenza di alcuni concetti dell’antropologia della natura legati alle culture dell’Oceania e al rapporto tra essere umano e pietra.
La serata, organizzata nell’ambito della seconda edizione del progetto CAVE, finanziato dalla Regione Friuli Venezia giulia – Servizio geologico per la promozione del patrimonio geologico e della geodiversità (L.R. 15/2016), è stata aperta dai saluti dell’assessora alla cultura del Comune di Duino Aurisina – Devin Nabrežina Marjanka Ban, seguita dalla presidente dell’associazione Casa C.A.V.E. Fabiola Faidiga. A moderare la conferenza l’antropologa culturale Jasna Simoneta.
La prof. Emanuela Borgnino ha introdotto il pubblico all’ecologia nativa attraverso i suoi studi sulle culture native del Pacifico e il rapporto dell’essere umano con la pietra e con tutto ciò che lo circonda. La loro cultura è caratterizzata da una visione unitaria della natura viva e morta, tanto che neppure le pietre vengono considerate completamente inerti e perciò certe pietre vengono trattate con particolare riguardo.



La prof. Katja Hrobat Virloget ha illustrato le proprie esperienze maturate durante le ricerche sul Carso e ha riportato analogie rilevate nei Balcani e altrove in Europa. A volte la pietra accoglie le anime come una dimora, come accade con le lapidi degli stećki del Velebit. Oppure spesso, sotto forma di importanti monoliti, prende il nome di Baba, che diventando anche toponimo molto diffuso. La Baba faceva parte, assieme a numerosi altri luoghi dai nomi significativi, di un paesaggio mitico in cui andava in scena la lotta tra le forze della natura, che a sua volta l’essere umano cercava di ingraziarsi.



Nonostante la grande distanza tra l’Oceania e il Carso, entrambe le relatrici hanno potuto constatare quanto si avvicinino nei concetti che vedono l’elemento della pietra protagonista di rituali e portatrice di importanti poteri curativi o propiziatori. Aprendo la strada a nuovi spunti, la prof. Katja Hrobat Virloget ha concluso con la constatazione che »queste due civiltà, prima che noi (Occidente, ndr.) razionalizzassimo tutto separando natura e cultura, probabilmente si assomigliavano tanto.«



La conferenza si è conclusa con un’introduzione alla vitovska del Carso e ai vini fermentati e maturati in botti di pietra con una molto apprezzata degustazione del vino 6/7 dei Matej Skerlj, guidata dalla sommelier e giornalista Liliana Savioli.



La conferenza è stata trasmessa in diretta tramite il social network Facebook e il video è disponibile sulla pagina di KAMEN – clicca qui.