Il progetto La Spaccapietre, che farà tappa alla Portopiccolo Art Gallery nell’ambito del Progetto CAVE – 2a edizione / LA VITA SOCIALE DELLE PIETRE, promosso dal Comune di Duino Aurisina / Občina Devin Nabrežina con la collaborazione dell’Associazione Casa C.A.V.E., finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Servizio geologico per la promozione del patrimonio geologico e della geodiversità (L.R. 15/2016), ha come intento la costruzione di una mappa femminile del Carso, il collegamento di entrambi i lati del confine, la conoscenza delle storie delle donne che hanno co-creato e che stanno ancora costruendo il nostro spazio più ampio. Per il progetto, avviato a Lubiana nel 2024, Barbara Kapelj e Gabriele Fuso hanno raccolte storie, catturate luci e ombre, sassolini, ricordi, nodi, destini: sono stati intrecciati in una nuova storia che vuole ricreare uno spazio di memoria, un modo di vivere, come punto di incontro e di connessione, come riflessione dell’intreccio tra le storie antiche e le storie delle donne di oggi, che stanno scolpendo nella pietra una storia completamente diversa. Perché ogni pietra ha mille destini e dietro ognuna di esse c’è una Maria, Olga, Jasna, Fabiola, Maddalena, Melania, Sara… La mostra, o meglio l’installazione, vede la collaborazione della nota compositrice Larisa Vrhunc.
La mostra verrà inaugurata il 14 giugno alle ore 18.00 alla Portopiccolo Art Gallery di Sistiana (TS)

Barbara Kapelj ha plasmato attivamente lo spazio culturale e artistico sloveno per più di tre decenni. È nota come regista teatrale, scenografa, costumista, autrice di opere teatrali, performer, artista visiva e scrittrice. Sembra muoversi con estrema disinvoltura tra i campi dell’arte teatrale, dell’arte visiva e della
letteratura. In tutte le sue opere artistiche si può riconoscere la sua impronta unica. Barbara è un’artista, una donna, una femminista che pensa l’arte e il mondo attraverso le prospettive dell’uguaglianza e dell’inclusività. Lo fa fin dai primi anni di vita, senza mai cedere a schemi e tendenze. Il suo atteggiamento verso il mondo, i suoi simili, la società e l’arte è sempre e comunque in sintonia con le sue aspirazioni etiche ed estetiche. Per Barbara l’arte, sia a livello di forma che di contenuto, è sempre una sfida, un’esplorazione, un’avventura verso l’ignoto. Barbara è un’artista che non smette mai di cercare, che non accetta regole rigide, che si spinge oltre i confini con il suo lavoro di artista e di donna.
Gabriele Fuso lavora nel campo della fotografia e dell’audiovisivo; la sua ricerca coniuga competenza tecnica e sensibilità artistica, spaziando tra fotografia, video e progetti sociali. Come un viaggiatore errante Gabriele registra le immagini con una curiosità insaziabile verso le storie non convenzionali spesso in situazioni non comuni. Il suo sguardo si posa su ciò che spesso sfugge, o viene dimenticato/nascosto, con un approccio documentaristico e poetico. Questo desiderio di esplorazione e connessione si traduce in un impegno in progetti che indagano le dinamiche umane e sociali, privilegiando un’immediatezza emotiva/visiva che cattura l’essenza del momento. In questo processo, la macchina da presa e l’obiettivo si rivelano strumenti di conoscenza, interfacce tra il visibile e l’invisibile, tracciando in ogni progetto una geografia intima di sguardi e incontri, dove lo spazio fisico e quello interiore si misurano in una costante tensione tra sguardo e presenza. La sua arte è rappresentazione ed esperienza condivisa.
Larisa Vrhunc è una compositrice, ha studiato presso gli istituti musicali superiori di Lubiana, Ginevra e Lione, oltre che in numerose masterclass internazionali. È professoressa ordinaria di teoria musicale presso il Dipartimento di Musicologia della Facoltà di Ljubljana, dove ha conseguito il dottorato di ricerca con la tesi Influenze della musica spettrale sulla creatività compositiva slovena degli ultimi decenni. La sua arte abbraccia un’ampia visione del panorama musicale contemporaneo. L’essenza musicale di Larisa, omogenea e profondamente personale, rivela una tavolozza di colori spettrali, un approccio al rumore strumentale che riecheggia Lachenmann, una fascinazione per le sonorità affini all’elettroacustica e delicati riverberi di musiche antiche. La sua arte sonora si manifesta come un’interazione di timbri tenui, spezzati ritmicamente, di rumori sfumati, di cromatismi selezionati con precisione e assemblati con cura in contesti minimali.